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  • Americano

    5.00

    Sebbene sia molto probabile che nasca come variazione del cocktail Milano Torino, in un periodo a cavallo fra gli anni sessanta dell’ottocento e gli anni trenta del novecento, la sua origine non è nota. una prima ipotesi farebbe risalire la creazione della miscela agli anni 1860, presso il Bar Gaspare Campari di Milano come variazione del cocktail Milano-Torino, molto amato dai turisti americani, i quali avevano l’abitudine di richiedere l’aggiunta di soda. Una seconda ipotesi indica il 1933 come anno di nascita della bevanda in omaggio al pugile Primo Carnera detto “l’americano” per i suoi successi negli Stati Uniti; secondo alcune fonti, anche la propaganda politica dell’epoca spinse molto sull’associazione tra il pugile italiano e gli ingredienti del cocktail, i quali sono, di fatto, tutti tipicamente italiani: il bitter di Milano, il vermouth di Torino. In particolare, Elvezio Grassi, nel suo libro “1000 misture” del 1936 codifica almeno dieci ricette, in cui la variazione principale si basava sulla marca di vermout utilizzato[6]. Altre ipotesi, sempre collocate negli anni trenta del XX secolo, suggeriscono che il cocktail sia nato come manovra di marketing da parte della Martini & Rossi per l’esportazione del proprio vermouth negli Stati Uniti o, ancora, come vezzo di imitazione nei confronti degli americani i quali usavano addizionare soda alle proprie bevande sia per motivi tradizionali che per celare l’alcool nel periodo del proibizionismo. Altre pubblicazioni dell’epoca, comunque, confermano la presenza del cocktail a livello internazionale in quegli anni: esempi sono “The artistry of mixing cocktail” di Frank Meyer del Ritz Bar di Parigi, risalente al 1936, e “Cafè Royal Cocktail book”, libro del 1937 delle scrittore William Tarling[6]. L’Americano diventa negli anni un cocktail di successo, consacrandosi nel 1986 tramite l’inserimento nella lista dei cocktail IBA.